B&b Happy Days Santa Maria al Bagno Golfo di Gallipoli

Nardò: la bellezza del suo territorio e l’accoglienza in Bed and breakfast di qualità

 

Il Salento è spesso raccontato come “una terra magica sospesa nel Mediterraneo” dove il tempo ha scavato antiche grotte abitate dagli uomini che poi nei secoli hanno innalzato palazzi, torri, castelli, chiese e cattedrali. Hanno ricamato la pietra leccese ed il carparo, ricavati dalla calcarenite, tipica del posto, creata da enormi strati di gusci di conchiglie, argilla e sabbia. Sono questi preziosi materiali che donano alla città di Lecce una luce unica ed inimitabile, nella quale è possibile ammirare il castello di Carlo V, la Basilica di Santa Croce, la cattedrale e la piazza Sant’Oronzo, con l’anfiteatro romano. Ma il Salento regala anche altre bellezze, come Gallipoli, Otranto e Galatina, dove tra l’altro, è possibile ammirare la Basilica gotica di Santa Caterina, decorata da numerosi affreschi e l’imponente monumento funerario di Orsini del Balzo.

E poi Nardò, il suo castello con il torrione dell’innamorato, i suoi sotterranei, che ci parlano della vita dei neretini quando erano governati dai feudatari. La villa comunale, che racchiude un giardino botanico di grande pregio, tra i più antichi del Salento, con un tempietto sorretto da sei colonne e un pavimento maiolicato. Perdersi tra i vicoli del centro storico, alzare gli occhi per vedere gli immensi palazzi di fine 800, molti dei quali ospitano oggi strutture ricettive e bed & breakfast, osservare le chiese, come quella di Sant’Antonio, dove, alle spalle dell’altare maggiore, è stato eretto nel 1545 da Giovanna Gaetani un mausoleo in ricordo del marito. Ma Nardò è nota anche per la chiesa di San Domenico, con una facciata completamente in carparo, ricca di simboli, statue, colonne dai significati mistici. Scoprire i numerosi monasteri, fermarsi in cattedrale, dedicata a S. Maria Assunta, sorta come abbazia Basiliana e modificata nel corso degli anni, come testimoniato dai diversi passaggi di stile, rilevabili soprattutto negli archi e negli affreschi.

Ma è forse in Piazza Salandra che Nardò esprime con più forza la sua bellezza; la guglia dell’Immacolata, scolpita da Napoletano Bottiglieri, che viene illuminata dai primi raggi del sole ogni mattina, il sedile con al centro la statua del protettore della città, San Gregorio, del quale la leggenda narra che abbia fermato il violento terremoto di Nardò del 1743 con la mano sinistra, voltandosi in direzione del vento di Ponente. Si può inoltre ammirare il palazzo dell’universitas con la torre dell’orologio, il cui meccanismo viene attivato a mano come nel 1882; la fontana edificata nel 1930 con l’arrivo dell’acquedotto pugliese, in alto l’arme della città e la raffigurazione del toro che con la zampa sinistra in atto di scavare la terra per trovare l’acqua. Se ci incamminiamo verso la zona delle Cenate, possiamo ammirare le belle “ville eclettiche” costruite nella fine 800 primi del 900 su disegno dell’architetto Generoso De Maglie, oltre alla residenza del vescovo. Concludiamo la nostra visita raggiungendo le numerose marine incontrando bed and breakfast molto attraenti. La costiera di Nardò, lunga 24 km è costellata da sette torri di avvistamento a circa 2 km di distanza l’una dall’altra e tutte quante accessibili attraverso suggestive scalinate, che consentono di cogliere quell’ultimo attimo in cui il sole tramonta sul mare con ricche sfumature di rosso e arancione.

Fatte costruire dal re di Napoli nel timore di attacchi delle navi turche, dopo la presa d’Otranto, le torri sono legate da singolari leggende, come quella della Torre fiume, edificata, secondo il detto popolare, per custodire una sorgente di acqua dolce, oggi non più esistente. La torre si trova a Santa Maria al Bagno ed è ora chiamata Torre delle Quattro colonne, perché la sua parte centrale è crollata alla fine del 1800 lasciando in piedi soltanto i quattro contrafforti che risultano molto suggestivi alla vista del visitatore.

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